top of page

ARCHIDONNE

Aggiornamento: 19 lug 2021


La quinta intervista fotografica del progetto Archidonne è dedicata a Simona Ortolan, architetto, interior stylist e set designer, in arte Il Pampano.


L'intervista a Simona Ortolan



Un sorriso luminoso, una professionista appassionata (che non se la tira) e una donna autentica (senza maschere e sovrastrutture) e accogliente. Queste sono le impressioni che ho avuto quando l'ho conosciuta. Simona Ortolan è un architetto che "ama sporcarsi le mani", la regina del fai da te, se non trova qualcosa in commercio, la progetta e la realizza lei. Ma Simona non è solo questo, è una interior stylist, una set designer e una blogger. Il Pampano è il nome che ha dato al suo blog, inaugurato nel 2013, dove parla di kids design, di lifestyle, di interiors e dove raconta gli interventi che realizza in casa sua.


Collabora con la rivista CasaFacile sia nella realizzazione di styling e workshop che per la stesura dei testi per la rivista e il sito web.



Ho incontrato Simona nella sua bella casa a Milano, dove è tornata a vivere da 2 anni, dopo avere abitato in diverse città. Nel suo appartamento in stile "Vecchia Milano" ha portato il suo amore per lo stile nordico.

Non poteva esserci un luogo più significativo per fotografarla, perché la sua casa è il suo manifesto, un cantiere di continue sperimentazioni, dove Simona si diverte a cambiare e rinnovare costantemente, affiancando pezzi di design e complementi d'arredo a basso costo con lavori di fai da te. "Quello che non trovo in commercio, lo progetto e lo realizzo con l’aiuto del mio papà".



Ad oggi hai vissuto in 6 città diverse, Savona, Genova, Granada, Roma, Milano e Novara. In quale di queste hai trovato più stimoli e ispirazioni o ognuna ti ha dato qualcosa che ha condizionato il tuo modo di progettare e creare?


Credo che ogni luogo che visitiamo possa creare ispirazioni e stimoli progettuali, non solo le città in cui viviamo. Queste piuttosto, creano il lato emozionale e sensoriale che poi permea un progetto. Lasciano piccoli tasselli che si combinano come un puzzle e che sono indipendenti dallo stile progettuale.


Credi che Milano sarà la tua ultima tappa?


Milano credo sarà la mia ultima tappa italiana, se proprio dovessi spostarmi nuovamente, sceglierei di nuovo una città estera.


Quando hai capito che avresti fatto l'architetto nella tua vita? Qual è stata la scintilla decisiva?


Mi verrebbe da dirti all’asilo… Qualche anno fa, ero a casa dei miei genitori e ho ritrovato una cartellina nella quale mia madre ha conservato i classici disegni che si fanno all’asilo. Non ci crederai, ma erano quasi tutti di case. Forse è alle medie che ho cominciato a pensarci veramente. Mi divertivo a disegnare planimetrie, a pasticciare quelle delle riviste di settore e per questo, ho deciso di iscrivermi alla “sezione architettura” del liceo artistico.

Più che una scintilla decisiva, ho avuto “buoni maestri” che mi hanno saputo consigliare e spronare quando ce ne era bisogno. D’altra parte, ogni volta che entravo in casa di qualcuno, mi immaginavo come cambiarla e riprogettarla.


Consiglieresti a tua figlia di intraprendere la tua stessa strada?


Per quanto riguarda Ginevra, la lascio libera di trovare la sua strada… se vorrà iscriversi ad Architettura, sarò certamente contenta perché è una facoltà davvero completa.



Cosa ti ha spinto ad aprire un blog? Come mai la scelta di chiamarlo “Il Pampano”?


Quando è nata Ginevra, sono diventata matta per trovare arredi, tessili e complementi che incontrassero il mio gradimento. In quel periodo, in Italia si trovavano solo cose rosa e azzurre, spesso con grafiche pacchiane, mobili dozzinali e oggetti plasticosi. Trovare arredi a misura di bambino era già difficile, trovarli che rispecchiassero i miei gusti… una vera impresa.

Per questo iniziai a spulciare il web alla ricerca di arredi a misura di bambini dalle linee moderne e minimali e brand che sposassero le idee montessoriane e gender neutral. Come potrai immaginare, li ho trovati principalmente nei paesi nordici e in Francia. Nello stesso periodo, alcune mie amiche diventate mamme e con le mie stesse idee, mi chiedevano consigli e consulenze per le camerette.

Rendendomi conto che molte mamme erano interessate all’argomento ho deciso di veicolare tutto attraverso un blog. In quel periodo, in Italia, eravamo non più di 10 persone a parlare di design a misura di bambino e sono davvero felice che molti brand per i quali abbiamo fatto scouting, siano ormai tra i preferiti per le camerette.

Anche se negli anni il blog si è evoluto tanto, ho deciso di non cambiarne il nome. “Il pampano” è un rimando alla mia infanzia, è il nome con cui viene chiamato il gioco della campana in Liguria, ed è comunque legato alla genesi del blog.

La tua passione per lo stile nordico, le righe, i contrasti bianco e nero, il legno nei colori chiari, e i toni desaturati del verde da dove nasce? Che origini ha?


Non saprei darti una vera risposta, sono sincera. Fa parte di quell’immaginario estetico legato alle sensazioni e alle emozioni di cui ti parlavo prima. Sono i colori e lo stile che mi rispecchia di più e che mi fa stare meglio.



Com'è nata la collaborazione con la rivista Casa Facile?


La collaborazione è nata nel 2014 quando l’allora Direttore Giusi Silighini ha capito l’importanza del mondo dei blogger e degli influencer anche per le riviste d’arredo, che si è concretizzata con un primo concorso in collaborazione con Ikea. Poi nel 2015, CasaFacile ha creato un primo gruppo di 25 blogger che nel 2018 è diventato di 64. Ho cominciato scrivendo articoli dedicati alle camerette e, dalla fine del 2018, coordino il gruppo delle blogger e mi occupo del sito.




Simona con il suo cane Viola


La tua casa è un continuo work in progress, un cantiere di sperimentazione per le tue idee. Quanto incide il fai da te in questi frequenti lavori di restyling?


Incide parecchio, anche solo per il fatto, che spesso mi viene un’idea e ho bisogno di concretizzarla subito! In altri casi, mi dedico al fai-da-te semplicemente perché le cose che cerco non ci sono o non hanno le misure giuste… a quel punto me le costruisco da sola!

A proposito… ho appena fatto una grossa modifica che non ho ancora mostrato ma che,

per chi mi segue e conosce la mia casa, è intuibile dalle tue foto.




Scrivere di interiors come blogger ti diverte di più di progettare e fare interior o sono due aspetti della stessa medaglia per te?


Per me, sono due aspetti della stessa medaglia. Spesso quello di cui parlo negli articoli o che vedi nei miei profili social è legato ai miei progetti.



Dove cerchi l'ispirazione iniziale, per riempire il foglio-spazio bianco? Come si fa ad immaginare qualcosa che non c’è?


Qualsiasi architetto ti dirà che la immagina nella sua testa, semplicemente gli spazi si materializzano e prendono forma. Immaginare qualcosa che non c’è o saper trasformare l’esistente è fondamentale per un progettista. Poi intervengono anche il contesto, lo stile e le esigenze del cliente.



Per il tuo lavoro ti ritrovi a lavorare con diverse professioniste. Com'è la collaborazione tra donne?


La tradizione vuole noi donne competitive e invidiose, pronte a farci sgambetti. Non dico che non succeda ma è comunque uno stereotipo. Io ho sempre trovato ottime colleghe con cui ho instaurato bellissime collaborazioni e progetti interessanti.

La collaborazione tra donne è il giusto strumento per vincere le disparità, soprattutto in un ambito lavorativo, come quello dell’architettura e dell’edilizia, storicamente poco woman-friendly.



L'arrivo di tua figlia ti ha portato a reinventarti o hai potuto fare le stesse cose che facevi prima, professionalmente parlando? Hai mai avvertito la sensazione di non poter fare ciò che volevi o arrivare dove volevi in quanto donna e mamma?


L’arrivo di Ginevra ha completamente stravolto la mia vita lavorativa, non sarei credibile se dicessi il contrario. Credi che sia possibile, con un figlio, lavorare in uno studio praticamente senza orari? Oppure in un team in cui sei la prima ad affrontare le nuove dinamiche e orari conseguenti alla maternità? Ero conscia che in questo Paese non fosse facile conciliare famiglia e lavoro e non mi sono fatta condizionare. Mi sono creata una situazione lavorativa autonoma, che mi ha permesso di conciliare la crescita di Ginevra con le mie passioni.


Simona a lavoro nella sua postazione di Home working



Cos'è la Bellezza, per te, in un ambiente domestico? Come la costruisci?


L’equilibrio, senza dubbio. Equilibrio di forme, colori e materiali, come il giusto incastro tra pieni e vuoti, luci e ombre. Non solo un fattore estetico ma anche emozionale, dato dal contesto e dalle stratigrafie degli spazi.



In che modo la tua femminilità e il tuo essere donna si esprimono e si traducono nei tuoi progetti?


Non credo molto a certi stereotipi e che l’essere donna porti determinate caratteristiche al progetto. Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia in cui era importante la realizzazione dell’individuo e nella quale non ho mai avuto limitazioni alle mie curiosità. Ho imparato a cucire e a ricamare e allo stesso tempo a costruire un mobile o un impianto elettrico.

Le uniche cose davvero importanti in un progetto sono la passione e il sapersi mettere in connessione con chi vivrà gli spazi.



Che importanza hanno i social per il tuo lavoro? Che uso ne fai? Oggi potresti lavorare senza?


Ti sembrerà strano, ma in questo momento ho un approccio un po’ meno entusiasta verso i social. Fanno parte della nostra quotidianità, sono importanti per il mio lavoro e sono cosciente che parte dei contatti e opportunità lavorative arrivino proprio da lì. Però stanno creando tante distorsioni che non mi piacciono. Da quando sono diventati veri e propri strumenti di marketing sono sempre più viziati dai numeri e da pratiche scorrette che vanno a discapito di chi lavora correttamente.

L’alternativa è essere sempre presenti, avere sempre qualcosa da dire, rischiando di farci

sopraffare. Per questo ho deciso di rallentare e di non dargli più tanta importanza, se mi va di condividere qualcosa lo faccio, altrimenti posso stare anche settimane intere senza postare nulla.



Se sei curioso di vedere i progetti di Simona, puoi visitare il suo profilo su Instagram:

https://www.instagram.com/ilpampano/


Questo è il suo blog:

http://ilpampano-designbimbi.com/


Simona a lavoro nella sua postazione di Home working


Se sei alla ricerca di un fotografo per la realizzazione di RITRATTI PROFESSIONALI per il tuo sito web e i tuoi canali social puoi scrivere a martadavenia@gmail.com o compilare la richiesta di informazioni nella pagina Contatti del mio sito.



Se vuoi leggere le 4 interviste precedenti le trovi qui:



418 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

ARCHIDONNE

ARCHIDONNE

bottom of page